Ennesima sentenza shock in Italia. A Genova un giudice ha considerato come attenuante la delusione amorosa nell’omicidio della compagna.
GENOVA – Sono passati pochi giorni dalla sentenza di Bologna ma la giustizia in Italia si rende protagonista di una nuova decisione shock. L’episodio questa volta è accaduto a Genova con il giudice che ha ritenuto un’attenuante la delusione amorosa. Nella sentenza si legge come “l’uomo ha colpito perché mosso da un misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e sentimento“.
Secondo il Tribunale quindi questa delusione avrebbe portato l’imputato ad uccidere la donna. Attenuanti generiche riconosciute ed una condanna a 16 anni e non 30 come chiesto dalla Procura. Una vicenda molto simile a quanto successo a Bologna e non è escluso che nei prossimi giorni il Ministero invii dei commissari per accertare meglio la vicenda. Si tratta di una sentenza destinata a fare discutere per diversi mesi visto che non è la prima volta che nel nostro Paese accade un episodio del genere.
Genova, la difesa non ci sta: “E’ stato riesumato il delitto d’onore”
Dura la reazione da parte della difesa. Il legale ha fatto sapere che è stata respinta dal pm la sua richiesta di impugnare la sentenza per fare ricorso in secondo grado senza dare una spiegazione precisa: “E’ stato riesumato – dichiara l’avvocato citato dall’ANSA – il delitto d’onore. Ormai assistiamo a un orientamento più culturale che giuridico, gli omicidi a sfondo passionale sono inseriti in un circuito di tempesta emotiva“.
Una vicenda molto simile a quanto successo nei giorni scorsi a Bologna. In quel caso è stata aperta un’indagine dal Ministero e non è escluso che venga fatta la stessa cosa anche a Genova. Una giustizia italiana che continua ad avere diverse falle e le sentenze shock sui femminicidi le confermano.
Il premier Conte sui fatti di Genova e Bologna
Con un lungo post su Facebook sulla vicenda è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte: “Vi è – scrive il presidente del Consiglio – un aspetto di più ampia portata culturale su cui la politica può e anzi deve intervenire. Ed in questa ultima prospettiva che dobbiamo chiarire, con forza, che nessuna reazione emotiva, nessun sentimento, pur intenso, può giustificare o attenuare la gravità di un femminicidio“.
Di seguito il post del premier Conte